Fermata San Lorenzo

Corso di Porta Ticinese, 35
Orari di apertura della Basilica di San Lorenzo Maggiore: da lunedì a venerdì 8:30-18:30, sabato e domenica 9:00-19:00

La basilica di San Lorenzo, di fondazione imperiale e giunta sino a noi quasi inalterata nelle forme, insieme al celebre colonnato che la precede è la regina dei monumenti incastonati in porta Ticinese. Ampiamente narrata e descritta in molti testi, nel cuore racchiude una storia legata a una donna fuori dal comune: Galla Placidia (Costantinopoli 392 – Roma 450). Figlia, nipote, sorella, madre e zia d’imperatori, a Milano assiste con il fratellastro Onorio prima alla morte della madre, poi a quella del padre, Teodosio I. Leggenda vuole che sul letto di morte l’imperatore abbia affidato la cura dei suoi figli al vescovo Ambrogio. Certo è che in tenera età riceve, su ordine del padre, titoli e proprietà che le garantiscono pari dignità coi fratelli e autonomia finanziaria, fatto non da poco per l’epoca. Nel 410 durante il Sacco di Roma viene rapita e deportata in Spagna, dove nel 414 sposa Ataulfo diventando regina dei visigoti. I due hanno un figlio, Teodosio, che muore in fasce, seguito a ruota dal padre, assassinato da un suo generale. Vedova e sola, subisce ogni sorta di angheria. Liberata nel 416, fa ritorno a Ravenna dove il fratellastro Onorio la costringe a sposare il vecchio generale Flavio Costanzo, futuro imperatore Costanzo III, che 4 anni dopo la lascia vedova con due figli: Giusta Grata Onoria – grata di nome ma non di fatto - e Placido Valentiniano. In rotta di collisione con l’invidioso  fratellastro, nella primavera del 423 la troviamo con i due figli a Costantinopoli, ospite del nipote Teodosio II.  Non fa in tempo ad ambientarsi che Onorio muore senza eredi. In testa a un esercito fornito dal nipote torna in Italia, depone l'usurpatore e mette sul trono il figlio Valentiniano III, del quale diventa reggente. Lo sarà per dodici anni, gestendo complessità che farebbero impallidire il più scaltro e preparato politico contemporaneo. Persino la figlia le dà filo da torcere con l’episodio dell’anello inviato ad Attila con tanto di proposta nuziale. Un disastro risolto nel solito bagno di sangue e con un matrimonio riparatore.
Vi domanderete cosa c’entra questa storia con San Lorenzo. Ebbene, Galla Placidia aveva un chiodo fisso: i mausolei. Sopravvissuta a mille intrighi, deportazioni e tradimenti, dove andava ne faceva costruire uno. Oltre a quello celebre di Ravenna, sembra ne abbia fatto fare uno anche qui: la Cappella di San Aquilino, una piccola meraviglia che conserva al suo interno, oltre al massiccio sarcofago detto di “Galla Placidia”, frammenti di mosaici che non hanno nulla a che invidiare a quelli ravennati. In uno è raffigurato un rarissimo Cristo imberbe fra i discepoli. Nell’altro, più frammentario, un ancor più inusuale Cristo sul carro del sole. Il portale in marmo bianco di Carrara è un capolavoro del I secolo d.C.: un trionfo di vegetazione, frutta, uccelli, animali marini e divinità.