Fermata Porta Nuova

Indirizzo: Piazzale Principessa Clotilde, 37

Da oltre un lustro, lo skyline milanese è in continua trasformazione: non più mezze misure e languide ristrutturazioni, ma ardite e futuribili verticali che rompono con le geometrie del passato, confermando Milano come crocevia dell'architettura internazionale. Perché dagli Sforza al Fuorisalone la nostra città ha sempre avuto un ruolo da protagonista negli sviluppi urbani. Qualche volta ha sonnecchiato, è vero, ma solo per “produrre” meglio dopo.
I puristi hanno storto il naso. Molti altri, invece, quel naso lo tengono all’insù, rapiti da questi giganti di cristallo dalle forme sempre più audaci. Nella città che i futuristi, all’inizio del XX secolo, immaginavano dinamica, ardita e prodigiosa, oggi più di allora “Secchi, ritmici e decisi, si ripercuotono nello spazio i colpi di martello dei carpentieri acrobati".
Un esempio? Fra gli anni ’60 e ’90 il quartiere Isola, a ridosso della Stazione Garibaldi, veniva descritto come una zona dalla quale “tenersi alla larga”, un luogo percepito e strutturato come un corpo separato dalla città, con le sue regole e suoi confini. Oggi la “città che sale”, immaginata e dipinta da Boccioni, ha preso forma anche qui, nell’area dismessa del Luna Park delle Varesine: al posto di una landa desolata e triste svettano le Torri Solaria, Solea e Aria, i complessi residenziali più alti d’Italia, diventati meta turistica degli amanti dell’architettura contemporanea.
Poco distante c’è il Grattacielo Unicredit che con la sua guglia raggiunge 231 metri d’altezza facendogli saldamente detenere il primato di edificio più alto d’Italia. Progettato dall’argentino Cesar Pelli, domina come un gigante la bella piazza intitolata a Gae Aulenti: un podio circolare rialzato dove si alternano giochi d’acqua, porticati ricurvi e lunghe panchine-scultura e diventata ben presto una delle più amate dei milanesi. La sua guglia è un chiaro omaggio a quella maggiore del Duomo - progettata da Francesco Croce e costruita fra il 1765 e il 1769 – con la quale idealmente dialoga, sebbene molti lo ignorino. Pelli è forse uno fra i pochi, se non l’unico, ad essersi ispirato ad uno dei monumenti simbolo di Milano e averne fatto il perno di tutto il suo progetto.
A pochi passi di distanza c’è il pluripremiato Bosco Verticale, progettato da Stefano Boeri e da Boeri Studio, composto da due torri residenziali alte rispettivamente 110 e 76 metri. Boeri l’ha definito «una casa per gli alberi abitata dagli uomini». In effetti, è proprio così: sulle terrazze sono ospitate più di 900 specie arboree, 15 mila piante e ben 4500 arbusti che coprono una superficie di 20 mila metri quadrati.
Ai suoi piedi, nell’ottobre del 2018, è stata inaugurata la Biblioteca degli alberi, un nuovo parco di grande suggestione, aperto anche di notte.
Sulla direttrice di Melchiorre Gioia è sorto invece Palazzo Lombardia, il Pirellone Bis, progettato da Pei Cobb Freed & Partners di New York, in vetro e acciaio, composto da vari edifici e con una torre centrale di 39 piani per 161 metri di altezza.
E cosa dire di “City Life”, meta della nostra prossima e ultima fermata, dove il Dritto firmato da Arata Isozaki noto come Torre Allianz e lo Storto firmato Zaha Hadid detto anche Torre Generali, attendono l’arrivo del Curvo, firmato Daniel Libeskin, per completare questo nuovo paradigma urbano?
I puristi gemono. I futuristi esulterebbero. I cittadini si dividono. Nel frattempo, lo Storto cresce a ritmi serratissimi ed è già arrivato al diciannovesimo piano.